Lunedì, 22 Luglio 2013 02:23

Che sta succedendo in Bulgaria?

Scritto da  Gerardo

Pubblichiamo con grande piacere la corrispondenza che ci viene direttamente da Sofia, grazie alla collaboazione di questi illustri amici.
Nel ringraziare, riteniamo utile porre attenzione anche a questa realtà balcanica (a.n.)





LA SITUAZIONE ATTUALE IN BULGARIA

In Bulgaria la cosiddetta “transizione ad una società democratica” è iniziata alla fine del 1989. Naturalmente, la sua storia non è ancora scritta, quindi qui si delineano alcuni tratti, il risultato di esperienze personali di quegli anni per passare poi agli attuali manifestazioni nel paese.
È completamente certo che la “transizione” è stata lanciata dai capi del Partito Comunista Bulgaro che ha governato il paese 45 anni (ma non senza di pressione da parte dei servizi segreti dell’ex Unione Sovietica). Il suo concetto è stato di liberarsi dal suo leader Todor Živkov, lanciare tutta la colpa e la responsabilità solo su di esso, creare i segni esterni di una società democratica e passare inostacolatamente dai comunisti fedeli ai capitalisti. Ora, 23 anni dopo, in gran parte questo concetto è stato realizzato con successo. Alla fine del 2012 la Bulgaria aveva tutti segni esteriori di una democrazia parlamentare – Presidente della Repubblica eletto diretamente dal popolo, la separazione dei poteri, l’economia di mercaro (anche se trascurabile e debole), la libertà di parola ed i mezzi di comunicazione ecc.
Tutte queste caratteristiche di un sistema democratico, tra cui l’ingresso della Bulgaria nell’UE e NATO, non hanno fatto i bulgari nè più felici, nè più ricchi. Perché oltre il guscio esterno attraente nasconde un certo numero di fenomeni brutti che rappresentano la vera natura della “transizione” e che non esistevano nella società prima del 10 novembre 1989. Questi fenomeni posono essere sintetizzati nelle due parole chiave – distruzione e saccheggio, accompagnati da molte bugie.
La distruzione, sopratutto negli anni 90, ha coperto quasi tutti i settori della vita ecconomica e sociale – agricoltura, industria, servizzi pubblici, istruzione, sanità, ed il peggio – un completo collasso dei valori morali dei bulgari.
Il saccheggio è stato ed continua ad essere generale (onnipresente), inoltre esclusivamente della ricchezza pubblica, creata nel periodo precedente. Come risultato, oggi la Bulgaria è il più povero paese dell’UE, con quasi 2 000 000 emigranti economici e crescità demografica negativa.
Tutto questo è stato ottenuto a seguito di numerosi governi e di quatro presidenti. Il risultato però è sempre lo stesso – continuo impoverimento dei cittadini bulgari. Nel 2006 è fondato un nuovo partito politico sotto il nome “Cittadini per lo Sviluppo Europeo della Bulgaria” (l’acronimo GERB significa anche “stemma” in bulgaro). Questo partito è stato fondato da ex dirigenti del Ministero degli interni, tra qui Bojko Borisov, che è occupato diverse posizioni all’interno dello stesso ministero – pompiere, professore all’accademia di polizia di Sofia, segretario capo con il grado di generale. Nel 2009 il GERB ha vinto le elezioni parlamentari e Bojko Borisov è stato primo ministro della Bulgaria – fino al 20 febbraio 2013 quando Borisov ha annunciato in parlamento la proprie dimissioni a seguito delle manisfestazioni dei bulgari.
Durante tutti questi anni i bulgari hanno più volte scesi in pizza. Ciò è accaduto in particolare durante gli anni 1990-1992, 1996-1997, a partire del 2007 fino ad oggi. Come risultato di questi eventi di massa spesso sono stati cambiati i governi, a volte anche i parlamenti, presidenti o primi ministri, ma mai il Potere – il potere di coloro che l’avevano preso nel 1989 e che non avevano l’intenzione di lasciarlo mai. Le proteste erano sempre di rimuovere il Potere, ma risultato è stato sempre lo stesso. Finalmente la gente si stanca ed è deciso di cambiare la situazione.
Cosi hanno cominciato le proteste del febbraio – all’inizio contro l’arbitrio dei monopoli energetici (società di distribuzione dell’elettricità). Durante il governo precedente (2006-2009) le società di distribuzione di energia elettrica statali erano “privatizzate”, cioè “donate” alle strutture statali, ma di proprietà di Germania, Austria e Repubblica ceca. Si è scatenato un vero arbitrio che ha provocato le proteste di migliaia di cittadini bulgari. I consumatori di servizzi elettrici volevano un modo giusto nel calcolo i loro obblighi mensili di eletricità. Ma, come si è scoperto, questo era solo l’inizio…
Le proteste di massa di febbraio hanno continuato e hanno diventato sempre più severe e si hanno rivolto contro il governo. Affogato in scandali governo di GERB ha deciso che questo è il momento giusto per sfugire alla responsabilità e dimettersi e di forzare elezioni anticipate. Cosi è stata lanciata la crisi politica che continua anche oggi. Come risultato delle elezioni la Bulgaria ha ottenuto un parlamento “parita” (120 a 120) e l’incapacita di avere un governo forte di magioranza stabile.
Il nuovo governo, formato sotto la dominazione del partito ex-comunista (ora Partito Socialista Bulgaro), con il sostegno del partito nazionalista della minoranza turca in Bulgaria (Movimento per i Diritti e le Libertà), è andato nella via assolutamente sbagliata. Ha iniziato con nomine ad alti posizioni di governo delle persone connesse con la criminalità organizzata in Bulgaria ed il esempio è la prima tale nomina – il capo della Agenzia di Stato per combattere la criminalità organizzata! Questo è stato il motivo per le manifestazioni di migliaia di cittadini bulgari. Da allora fino ad oggi, 37 giorni dopo, la gente a Sofia ed altre città di Bulgaria non cessa di dimostrare ogni giorno contro il sistema politico nel paese. Questa volta la protesta non è quello di ridurre le spese di riscaldimento e di energia elettrica per la casa o qualche simile motivo – ora la gente non vuole più essere gestita alla vecchia maniera, dalle stesse persone, dai stessi partiti. I manifestanti vogliono che i vechi partiti di “transizione” scendano dalla scena politica e cedano il posto ad altri senza macchia. Ma nessuno sa da dove vengono queste nuove persone di potere. Forse vengono dalla nuova generazione, cresciuta in Bulgaria dopo il 1989, che è libera dai pesi della “transizione”. Tutto è ancora da succedere…

Milka Terziyska, Stefan Stefanov, Università di Sofia

21.07.2013

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